Flora

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Flora dell’Etna

L’Etna è  una delle aree di maggiore interesse naturalistico del bacino del Mediterraneo. Solitamente si pensa alle aree vulcaniche come luoghi desertici dove la vegetazione è molto scarsa o assente. Anche da questo punto di vista questo vulcano possiede delle unicità per la ricchezza del suo lato botanico.

Innanzitutto l’Etna presenta vaste aree coperte da vegetazione, nonostante gran parte del territorio sia spesso attraversata da colate laviche che distruggono ogni cosa che si trova sul loro cammino. I vulcani delle medie latitudini di solito non hanno estese aree verdi. Al contrario in alcuni versanti dell’Etna il paesaggio vegetale è così rigoglioso da ricordare quello di alcuni vulcani tropicali. Il contrasto tra il verde dei boschi e le scure colate laviche recenti crea un paesaggio unico, suggestivo e surreale. Inoltre questo vulcano offre una grande diversità botanica che si manifesta verticalmente con le variazioni altimetriche, ma anche orizzontalmente passando da un versante all’altro del vulcano.

 

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Estese stagioni di fioriture

Se pensate che il paesaggio di un vulcano come una monotona successione di deserti di lava, sarete sorpresi dai colori del paesaggio dell’Etna! In realtà vi è un periodo molto esteso di fioriture che si presenta in diverse stagioni a diverse altitudini, quindi gran parte dell’anno questo vulcano si può vedere ornato dai bellissimi colori delle fioriture. Inoltre durante la stagione autunnale, il vulcano mostra un’incantevole esibizione di colori quando le foglie degli alberi decidui mostrano una colorata e cangiante tavolozza di colori che variano dal giallo, all’arancione e al rosso.

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Numerosi endemismi

L’Etna è anche ricco di specie endemiche. Ricordiamo che delle specie vegetali vengono definite endemiche quando sono proprie ed esclusive di un territorio circoscritto e non sono presenti altrove. Il dinamismo di questo vulcano ha formato degli habitat così estremi ed unici che molte piante ed alberi hanno dovuto cambiare le loro caratteristiche per adattarsi e sopravvivere, trasformandosi in specie esistenti solamente all’interno di questo parco. Durante una escursione naturalistica saremo lieti di mostrarvi alcuni degli endemismi del parco e vi forniremo informazioni dettagliate su di essi.

Ecco alcuni esempi:
L’ Anthemis aetnensis ed il Senecio aetnensis, due interessanti piante endemiche, pioniere d’altitudine, le uniche in grado di sopravvivere incredibilmente fino a 3050 m. al di sopra del livello del mare, all’interno della cosiddetta “zona di contesa”, dove le condizioni sono così estreme da non permettere nessun’altra forma di vita vegetale. Vale la pena di essere ricordato anche il Rumex aetnensis, il Cerastium aetneum, il Berberis aetnensis, lo Sclerantus aetnensis, la Violaa aetnensis , etc.

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Distribuzione altimetrica della vegetazione

La varietà della flora dell’Etna rispecchia la presenza di diverse zone climatiche che vanno dal livello del mare fino alla vetta.

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Zona Basale-Mediterranea (da 0 a 1400 m.). Questa è l’area con la più grande diversità botanica che si estende dalla macchia mediterranea ed evolve in boschi di Lecci (Quercus hilex), Castagni (Castanea sativa), Querce caducifoglie (per lo più Quercus pubescens) e la ginestra dell’Etna Genista aetnensis. Di solito viene diviso in tre diverse zone: termomediterranea, mesomediterranea e supramediterranea.

Segue la zona Mediterranea di montagna (dai 1400 ai 2000/2200 m.) che arriva fino al limite altitudinale del bosco. In questa area si trova un bosco molto particolare, un “relitto glaciale” che è sopravvissuto alla glaciazione del Würm (che si è conclusa circa 10k anni fa) e che poi si è evoluto in maniera indipendente. Qui si trova il Pinus nigra laricio, albero originariamente tipico delle grandi foreste pre-glaciali d’Europa, che durante l’ultima glaciazione ha migrato verso sud. Oggi è presente solo qui in Corsica e in Calabria. Vi è il faggio (Fagus sylvatica), un altro relitto glaciale, che ha una grande rilevanza botanica perché il bosco di faggio qui raggiunge la latitudine più bassa ed al tempo stesso la più alta quota d’Europa! C’è anche la betulla endemica dell’Etna (Betula aetnensis) il terzo relitto glaciale che ha trovato rifugio intorno al vulcano durante l’ultima era glaciale e poi si è evoluto in un modo così diverso che si trova solo intorno a questo territorio vulcanico.

Salendo ancora di quota troviamo la zona Altomediterranea che si estende dal limite della vegetazione arborea (circa 2000 m.) fino al limite altitudinale di sopravvivenza delle piante pioniere (3050 m.), l’inizio del  deserto vulcanico d alta quota. Dalla quota dove gli alberi non trovano più le condizioni per sopravvivere, inizia una straordinaria fascia di vegetazione con delle piante endemiche molto specializzate simile ad un paesaggio steppico, l’Astragaletum Siculi. Una habitat simile è così peculiare che non si trova in nessun’altra parte del mondo! Il nome deriva dalla pianta endemica Astragalus siculus che forma i cosiddetti pulvini, dei tipici e bassi cespugli spinosi. 

Sopra i 2500 m. fino al 3050 si trova la cosiddetta Area di contesa, dove la vegetazione diventa sempre più rada e quando ci si avvicina al limite altimetrico di questa zona, si ritrova solo alcune eroiche piante endemiche pioniere che riescono sopravvivere sfidando persino l’habitat più estremo dell’Etna.

Al di sopra questo limite si trova il Deserto lavico d’alta quota , dove la straordinaria energia di questo vulcano si esprime in un modo così estremo che ogni forma di vita vegetale è impossibile.

Tat Tvam Asi

तत् त्वम् असि

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